Le parole della madre
L'imperatore Federico II di Svevia, uomo colto e curioso, sapeva di tedesco e di siciliano, di latino e di greco, di arabo e di ebraico. Una volta gli venne voglia di sapere quale fosse la lingua originaria. Era l'ebraico, nel quale fu scritta la Bibbia? O l'arabo, dato che a Maometto il Corano fu dettato da Dio in quella lingua? Oppure un altro linguaggio a noi ignoto? Decise di fare un esperimento "scientifico". Prese dei neonati, li sottrasse alle madri, li isolò, e li affidò a delle nutrici. Dovevano allevarli con cura, ma senza parlare: la lingua che avrebbero parlato spontaneamente, sarebbe stata quella originaria. Le nutrici furono ligie alla consegna. Ovviamente i bimbi non parlarono. Non perché, non avendo udito parola, non erano in grado di dirla. Non parlarono mai perché morirono tutti infanti. "Non di solo latte vive il bambino, ma di ogni parola che esce dalla bocca della madre", disse JACQUES LACAN, rifacendo il verso al detto biblico: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". (Deuteronomio, 8,3). (SILVANO FAUSTI, Per una lettura laica della Bibbia, EDB, ANCORA, a cura di Carlo Castellini).
Sitografia
Carlo Castellini. "LA BIBBIA E LA PSICO-ANALISI DI JACQUES LACAN." Ildialogo.org
https://www.ildialogo.org/cultura/Recensioni_1491844558.htm